sabato 19 marzo 2011

Piccola grammatica italiana 1


IL DISCORSO

Gli uomini comunicano i loro pensieri agli altri uomini soprattutto per mezzo delle parole, parlando o scrivendo.

L'insieme di tutte le parole con le quali un popolo manifesta le proprie idee si chiama lingua o linguaggio. Grandissimo è il numero dei nostri pensieri, ma è pure grandissimo il numero delle parole. Nella lingua italiana ne esistono circa sessantamila; il libro che le raccoglie tutte si chiama vocabolario.

La grammatica è la scienza che ci insegna a conoscere le parole della nostra lingua e ad usarle correttamente parlando o scrivendo; si divide in morfologia e in sintassi. La morfologia ci insegna a conoscere le parole e a non confondere l'una con l'altra. La sintassi, detta anche analisi logica, ci insegna ad usare le parole per manifestare i pensieri.

Tutte le parole che leggiamo, ascoltiamo, pronunciamo, appartengono ad una delle grandi famiglie di parole dette "le parti del discorso". Esse sono nove:
variabili: articolo, nome, aggettivo, pronome, verbo
invariabili: avverbio, preposizione, congiunzione, esclamazione

Le prime cinque parti dei discorso sono dette variabili, perchè mantengono invariata la prima parte, (detta radice, ma mutano la parte finale, detta desinenza. (compagn-o, compagn-a,compagn-e; trov-are, trov-o, trov-avo, trov-erò; buon-o, buon-a, buon-i, buon-e, ecc.). Le altre quattro parti sono dette invariabili, perché cambiano mai. ( sempre, mai, dopo, e, oh, ecc).

NOMI PRIMITIVI, DERIVATI, ALTERATI, COMPOSTI

NOMI CONCRETI si dicono quei nomi che indicano persone, animali o cose che esistono realmente. (soldato, maestra, aria, scintilla, ecc.).
NOMI ASTRATTI si dicono quei nomi che indicano cose che non esistono realmente; esprimono cioè idee, sensazioni e sentimenti. (coraggio, forza, onestà, ecc.).
NOMI PRIMITIVI si dicono quei nomi che non derivano da nessun'altra parola (acqua, ferro, vino, scuola, dente, città, ecc.).
NOMI DERIVATI si dicono invece quei nomi che derivano da un'altra parola. (acquazzone, ferriera, vinaio, scolaro, dentista, cittadino, ecc.).

Il significato di un nome primitivo può essere alterato, cioè modificato con l'aggiunta delle desinenze o terminazioni one, ino, etto, uccio, accio, ecc. (paese, paesone, paesino, paesetto, paesaccio, paesaccio). I NOMI ALTERATI possono essere:
accrescitivi, se indicano grossezza (palazzone, librone, ecc.).
diminutivi, se indicano piccolezza (ragazzino, gattino, ecc.).
vezzeggiativi, se indicano bellezza (libretto, fiocchetto, ecc.).
dispregiativi, se indicano bruttezza (ragazzaccio, libraccio, ecc.).

NOMI COMPOSTI si dicono quei nomi che sono formati dall'unione di due parole (cavolfiore, capostazione, biancospino, capolavoro, pianofrote, portafogli, sottoscale ecc.)
Il plurale dei nomi composti è irregolare.
la cassaforte, le casseforti;
il capoclasse, i capiclasse;
il pomodoro, i pomodori;
il guardiacaccia, i guardiacaccia.

IL GENERE DEI NOMI

DI GENERE MASCHILE sono i nomi che indicano persone o animali maschi. (Luigi, eroe, gatto, ecc.);
DI GENERE FEMMINILE sono i nomi che indicano persone o animali femmine (mamma, Luisa, eroina, gatta, ecc.).

Vi sono pochi nomi di genere femminile che si riferiscono a uomini (guardia, guida, sentinella, recluta, spia, vedetta, birba). Altri nomi, invece, sono di genere maschile ma si riferiscono a donne (soprano, contralto, mezzosoprano). Dei nomi di cosa, alcuni sono maschili, altri femminili (libro, penna, scuola, ecc.)

I nomi delle città sono femminili, eccetto Il Cairo e Il Pireo. I nomi dei fiumi sono maschili, eccetto: la Senna, la Loira, l'Elba, la Vistolo, la Garonna, ecc.

Alcuni nomi si dicono di genere comune, perchè possono indicare sia un maschio, sia una femmina. (nipote, erede, consorte, cantante, artista, pianista, ecc.). Per distinguere il genere si mette dinanzi ad essi l'articolo maschile o femminile (il nipote, la nipote, ecc.).

Si dicono, invece, di genere promiscuo i nomi di animali che hanno una sola forma, maschile o femminile, per indicare sia l'animale maschio, sia l'animale femmina (volpe, balena, serpente, scorpione, ecc.). Se serve disinguerli si aggiunge al nome dell'animale la parola maschio o femmina (la volpe maschio o il maschio della volpe, ecc.).

IL NUMERO DEI NOMI

DI NUMERO SINGOLARE sono i nomi che indicano una sola persona o un solo animale o una sola cosa (scolaro, cane, quaderno).
DI NUMERO PLURALE sono i nomi che indicano più persone o più animali o più cose (scolari, cani, quaderni).
NOMI COLLETTIVI si dicono quei nomi che, pur essendo di numero singolare, indicano l'insieme di molte persone o di molti animali o di molte cose della stessa specie (esercito, folla; gregge, mandria, fogliame, mobilia),

Alcuni nomi hanno due forme di plurale con diverso significato. Si dicono sovrabbondanti.
il braccio - i bracci (del fiume, della croce) - le braccia (del corpo);
il ciglio - i cigli (del fosso) - le ciglia (dell'occhio);
il corno - i corni (strumenti a fiato) - le corna (degli animali);
il filo - i fili (del telegrafo, del telefono) - le fila (di una congiura);
il frutto - í frutti (in senso generico) - le frutta (da tavola);
il gesto - i gesti (movimenti) - le gesta (imprese gloriose);
il labbro - i labbri (di un vaso, di una ferita) - le labbra (della bocca);
il membro - i membri (di una società) - le membra (del corpo);
il muro - i muri (di una casa) - le mura (di una città);
l'osso - gli ossi (in genere) - le ossa (del corpo).

L'ANALISI DEL NOME

Un nome può essere: comune, proprio, concreto, astratto, primitivo, derivato, alterato, composto maschile femminile singolare plurale collettivo.

Per fare l'analisi grammaticale di un nome, bisogna dire in ordine se esso è: comune o proprio; concreto o astratto; primitivo, derivato, alterato o composto; maschile o femminile; singolare, plurale o collettivo. (contadini = nome comune concreto, derivato da contado, maschile, plurale).

L'ARTICOLO

L'ARTICOLO è quella parte variabile del discorso che si melte davanti al nome per precisarne il genere, il numero e il significato. (il babbo, i babbi, un leone, una leonessa, il maestro, un maestro, ecc.).
L' articolo concorda sempre col nome, cioè ha lo stesso genere e lo stesso numero (lo scolaro, gli scolari, la scolara, le scolare).

GLI ARTICOLI DETERMINATIVI sono (il libro, i libri; lo zaino, gli zaini; la sedia, le sedie):
Singolare:
maschili: il, lo femminile : la
Plurale:
maschili: i, gli femminile : le

GLI ARTICOLI INDETERMINATIVI sono (un gioco, uno zio, un' oca, una città):
maschili : un, uno
femminile : una

Gli articoli indeterminativi non hanno il plurale. Per indicare più persone, più animali, pali o più cose in modo indeterminato, si usa aggettivo indefinito alcuni o alcune (Ho letto un libro; ho letto alcuni libri).

USO DEGLI ARTICOLI

La lettera S si dice pura quando è seguita da vocale (sapone, somaro, segno); si dice impura quando è seguita da consonante (scoiattolo, strillo, spazzacamino).
Lo e gli si usano davanti a nomi maschili che iniziano per vocale, per s impura, per z, per gn o per ps. (lo scolaro, gli struzzi, lo zucchero, gli zii, lo gnomo, gli gnocchi, lo psicologo). Si scrive anche gli dei e non i dei.
Uno si usa davanti a nomi maschili che iniziano per s impura, per z, per gn e per ps. (uno sposo, uno zero, uno gnomo, uno psichiatra).

Lo e la si elidono e si apostrofano davanti a vocale. (l'animo, l'inno, l'anima, l'Etna).
Una si elide e si apostrofa davanti a vocale. (un'amica, un'osteria).
Un davanti a nomi maschili è tronco non eliso; perciò non si può mai apostrofare.(un amico, un indice).

PREPOSIZIONI SEMPLICI
Sono le nove parolette; di, a, da, in, su, per. con, tra, fra.

PREPOSIZIONI ARTICOLATE
Alcune preposizioni semplici si uniscono agli articoli determinativi e formano le preposizioni articolate. (del, dello, della, dei degli, delle, sul, sullo, sulla, sui, sugli, sulle, ecc.).

Per fare l'analisi grammaticale di un articolo, bisogna dire in ordine se esso è: determinativo o indeterminativo, maschile o femminile, singolare o plurale. (gli = articolo determinativo, maschile, plurale.)

Per fare l'analisi grammaticale di una preposizione, bisogna dire in ordine se essa è semplice o articolata: per le preposizioni articolate occorre dire da quale articolo sono formate. (nel = preposizione articolata, formata dalla preposizione semplice in e dall'articolo determinativo maschile singolare il).
Piccola grammatica Italiana
Editrice Aristea Milano
1974